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Storie

La storia dell’impresa Fabbrica Giovacchino Snc affonda le radici nel 1947 quando il fondatore andò a bottega per apprendere l’arte della falegnameria. Dopo questa prima esperienza lavorativa, Giovacchino decise di aprire la propria falegnameria a Premilcuore in via Roma 64, dove è ancora oggi.

La scelta di Fabbrica è stata controcorrente; in quegli anni, infatti, iniziò lo spopolamento dell’alta vallata e che ancora non si è arrestato. Decisione che si rivelò vincente; l’impresa in poco tempo espanse la propria attività assumendo giovani del paese, formando di fatto una generazione di imprenditori della falegnameria che ancora oggi opera nel settore.

Racconta Leonardo Fabbrica, che dal 1988 ha affiancato il padre in azienda e oggi ne è il titolare,“ in quegli anni il settore era fiorente e l’impresa arrivò a occupare persino 22 dipendenti. La produzione di mobili su misura era richiesta anche all’estero, tanto che abbiamo consegnato persino in Cile e in Argentina, oltre che in Europa, arrivando fino in Scozia e in Irlanda coi nostri prodotti.

Le fasi della lavorazione erano svolte integralmente, veniva acquistato il legname, segato e stagionato direttamente in azienda. Abbiamo sempre utilizzato legno nostrano, noce, castagno, rovere, ciliegio e l’ulivo toscano, che ha una resa qualitativa superiore rispetto a quello di altre regioni.” Inevitabile affrontare il tema delle materie prime “non abbiamo risentito dell’aumento dei costi del legname, avendo ingenti scorte in magazzino, ma negli ultimi sei mesi il costo delle vernici è triplicato ed è difficile reperire la ferramenta necessaria.” Un impatto importante, su una realtà che già sconta le difficoltà di chi fa impresa in montagna“ eppure il lavoro è una passione il legno scalda l’ambiente, il mobile viene studiato e pensato per l’ambiente in cui dovrà essere messo ed è qualcosa che rimane per sempre.

Oggi si è persa la cultura della qualità, del legno e dell’artigianalità, invece dovrebbe esserci un ripensamento, l’ambiente si rispetta non consumando risorse, il legno dura nel tempo e può essere riparato e restaurato, a differenza dei mobili moderni della grande distribuzione.” Spiega ancora “abbiamo una clientela affezionata che ci conosce da anni e continua a rivolgersi a noi per le proprie esigenze, a cui si affiancano clienti nuovi alla ricerca del pezzo unico. In gran parte ci trovano grazie al passaparola di altri clienti soddisfatti, qualcuno anche grazie al sito internet. Anche se durante il lockdown il lavoro ha subito una battuta d’arresto: è difficile scegliere un arredo vedendolo su internet, la nostra è una attività che si basa ancora sul confronto con le persone.”

Dalle parole di Leonardo Fabbrica traspare la dedizione per il lavoro, condivisa con il padre che, a 88 anni, ancora passa le sue giornate in laboratorio, continuando a seguire quella che non è solo una professione, ma la sua vita.

Conclude Leonardo “rimanere a Premilcuore oggi significa affrontare costi superiori, sovrapprezzi sulle merci e sulle consegne, la viabilità non è migliorata tanto in questi anni e per di più mancano servizi (approfitto per ringraziare Confartigianato, una delle poche strutture ancora presenti e operanti sul territorio) e artigiani, perché la zona si sta spopolando: da Premilcuore in su non c’è praticamente più nessuno. Ciò nonostante l’amore per il mio paese mi spinge a rimanere e a lavorare con la speranza che il territorio venga maggiormente apprezzato e valorizzato in futuro.”

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